La chiesa madre, intitolata a San Nicola, risalirebbe all’XI secolo. Poche notizie ci sono giunte sulla sua storia e sull’impianto originario a parte i lavori di restauro nel 1410 e un ampliamento nel 1662 con la costruzione di una navata in grado di contenere quella che al tempo era l’intera popolazione di Toritto, 420 abitanti.
Nel 1808 l’edificio ha subito un grave incendio che ne ha distrutto il tetto a capriate lignee e il soffitto a cassettoni di età barocca. E’ stato pertanto quasi del tutto ricostruito su progetto dell’architetto Giuseppe Gimma.
L’edificio, presenta una facciata in stile neoclassico con il portale centrale incluso tra due lesene doriche su cui si imposta il timpano di chiusura. Al di sotto del timpano vi è l’iscrizione latina di dedicazione della chiesa a Dio e a San Nicola.
L’interno presenta una navata unica chiusa in fondo dall’abside con cupola emisferica e cappelle lungo i fianchi.
L’area presbiteriale è rialzata per la presenza nell’area sottostante della cripta in cui si conserva una lastra lapidea datata al 1410.
All’interno della chiesa sono conservati alcuni dipinti di particolare rilievo.
Nella zona presbiteriale vi sono le tele raffiguranti, l’Ultima Cena realizzata verso la fine del 1500 dall’artista fiammingo Kasparovich e parzialmente distrutto dall’incendio del 1808 e la tela ottocentesca raffigurante un “San Nicola in gloria” il cui autore è sconosciuto e che si dice sia stata commissionata dal parroco come copia fedele della tela omonima del Preti conservata al Museo di Capodimonte; nell’abside è raffigurato San Nicola di Bari.